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Show , ;/L-‘I_B-.R,0".= S E -C 0 N D O . Dellagfmdmzfiflsfi Pi'c‘colekigz? f: ,- f .{j : 130,85 d} Libia . L'ei‘empio primo é vm ta!‘ cofi , come ,qufido vno voglia perfuadere, ch'c'fi debba fare rcfii‘té . V A N T'oalla grandczza,& piccolezza‘dcllc co;j {e J & al maggiore, & al minore; 86 in fommi uanto alle cofe grandi, & piccolc,di tut?to 6fi1ttofi manifeflo da me, per quanto s'é derto difo; Prazperche nel gencre dehbcmttiuois'é ragionato dtlla grandezza de'beni,&'del maggiore, &Vd‘el m'inore am} huementeLa onde cffen‘do in ciai‘ch'edu‘n'.gener'e'llfi neyche v'e propofio,coih buona,come é dire l'util'e , 8C l'honeflo,& i1 giufl'o: E chiaro pero, che lamplificatione {i debbe pighare in ciafchedun'genere da quei fini. Et i1 volere Fuor'delle core dctte ricercar' pin oltre Cir: ca la grandeur: aiTolutamentc,& circa allo ccceffomfi é altro , che vn'parlare 31 votogimperoche la confidera- tionc del particulare é piu neceflhrid per fine dell'utile, che 1a confidcratione dello vniuerféle. Sia detto adun- che 3t hal‘tanza in finofi qui del pofsibilefic dello impof fibilegEt {2:111 cofa éfiata , 6 non fiata;Et {e ella far-5 ,9 non {Zn-31 : Et della grandezza, & della Piccolezza delle cofe. ' ' ' ‘ ‘ - Dellefecli commum'i tuttiz'gmm . .23 a1 Rc,& no lo lafciar' fottopor"l'Egitto,debbe dire, che Dario non pafso prima nella Grecia , chc eOIi hauefle prefo l'Egitto ; & prcfo chc egli l'hcbbe , che ei £56.13: che Xcrfe medefimamente non prim.) aflhlto a Grecia, che egli hauefle prefo I'Efitto; Et prefb chc egli'l'hebbes che‘e' Ia affilto : Onde anchora alprefentc douere interuenirel i1 medefimo , che prefo Che i1 Re harc‘t I'Egitto e' pafl‘en‘l nella Grecia,& pero non {i douer'laiEiargliene {ottomettere . Infra le parabolc fono idetti Socratiei, come 6 quando vno voleffe perfilade re , che‘li Magifirati non fuflEro da trarfi per forte , dicefle5c11c 11 Fare vna fimil'cofi non firffe altro,chc voler' trar' per forte coloro , Che doucfsino eiTer' mefsi a- gh-efrer'citii de‘ giuochi, & n6 metterui quegh, Che po refsin' cio Fare commodamétennzi fi douefle tor' que- gli :‘1 chi toccafre‘la {0116.36 trarh medefimamente infra i: marinari per chi douefle efierz' nocchier' della mu e, perche 67 1'3, gou'ernaffe chi- Fume tratto per forte , 85 n6 chifapefle. Fa-uola,-;<‘) Apologo ecome quella di Stificoro contra i. Fallm'i; Et quella d'Ifopo in fauore d'un' Capo popolo . Strficoro ,‘ 'hauendo gh Imerenfi cletto E s T A c1 hora fi dire delle Fedi communii tutti R i generi,dappoi ch' e' 51‘ detto dclle propie. Le fe di,o 1e proue communi fon' di due'forti, Vnu 5 l'Efe-m Pio,& l'altrac‘: l'Entimema'Jo non ci metto la feméza‘, perche ella 6 parte dell' Entimema. Ma diciamo impri- ma dello efempio , chc 6in e Emile alla in‘duttione‘, ma 'l'indutione é principio . L'efem Sio edi due forti;Vnaé i1 raccotare 1e cofe paflhre; Er l'altra e fingerl'e da fe Ref fogEt quefia cofi (1 Fa in due modi,Vno 9: c6 1e paraho-n le3& l'altro col Engere apologi,come fono quegli (HE) Fallari per lorCapitano con podefifi affoluta; & do- uendo dipiu dargh la guardxa del corpo,contra di que Ra imprefa hquendo molteuole parlato,c6to Ioro que Ra Fauola, Era, difrewn' Cauallo,che folo fl pafceua in vn' prato,il quale,e'{55do quiui coparfo vn'Ceruio,che gli mangiaua la fua pafcionafiefiderando contra di lui vendrcarfi , domando vn' huomo, {e e'gli defle il cuo- »reinfieme conlui dif‘arele (‘uevendette contra qucl Ceruio ; & promettendogli l'huomo di filrlo , m c‘afo (he e' [i lafciafre'mettere i1 freno-J 85 chc CS" f" Vi fuflc 3 iii |