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Show 01% 135 Wm a ESP ER I E N;Z A CXXXVII. Giomi dodici. SM (Ii mt Mom. N vicinanza aella pupilla dell'occhio fi manifefiano frequentiffime venofe ramificazioni, da cui na-fce una vena, the va alla fleffa papilla. Molte ramificazioni fono fiagnam ti , ma la vena non lafcia di correre, 2 con pill celcrité di guello facciano 1e ramificazioni non ifiagnanti. Tra un occhio, e l'alrro evvi un diavolio di vafet'ticm tanei, in alcuni de'quali e\ immobile i1 fangue, e in altrl va: lentamente. Tanto a'l difopra, quanto a1 difotto del foro dell‘orec~ chio, che é gié formato, non isfuggono la villa una mano xicchiffima di vafellini. Al difopra fcaturifce dall' interno della pelle un'arteria, che fortilmente fi dirama in molti fi- lamenti fulla ‘tefla del ‘pulcino, ne'quali non lafcia di veder~ fl 1' impquo del ~cuore. Al difotto fi prefenta una farraggi~ ne di venine, che raccdlgonfl in un tronco, i1 quale all‘ in» six piegando nafcondefi fotto del collo. Non ofiante un'om, e tre quarti, da che é aperto 1' uovo , per quefio tronco non com: il fangue, ma precipita. ESPERIENZA CXXXVIII. Giorni tredici. Su di un uo'uo. Vafi ombelicali a1 di 15. dell'angolo ortufo , dove foglioc no, come dicemmo, trar l' origine (Ejjmz CXXIII.), Ii erano canto d‘ ogni intomo allargati, che occupavano gill la parte oppofia dell' uovo, offia l‘angolo acuto. Defiderofo pertanto d'efpiare il eircolo eziandio da quella parte, quivi aperfi 1' nova, e trovai fubito fu la cima tre vene conducen- ti il fangue all'angolo ottufo . Erano tutte e tre per un pezzo di firada fenza rami, ed ivi il fangue non accelerava i1 moto, ma l'accelerava bensi dove entravano nelle vene non {o quante diramazioni. Fatta un'apertura pill grande all‘uovo, faltb fuori una efile arteria, che xipiegando generava una vem, la quale andando al cuore fenza rami, confervava una direzione parallela all' arteria. Il movimento di quelli due vafi era ugua- limmo, e feguitb ad efferlo per tre quarti d'ora; indi nell‘ arteriofo comincib a conofcerfi la fpima del cuore. Quefla fu la prima volta, che vidi bolle aeree ne'vafi del pulcino. Dall' interior parte di un xamo di vena ne efciva fovente una gallozzoletta, che rapita toflameme dal fan- gue, veniva portata dentro a‘ rami maggiori, e (la quefli al tronco venofo, demo _al quale viaggiando traluceva quanto I 4 bah- |