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Show m‘l'c / nos-3';1530 \fi'cvm otfi/ 181 ){é‘o a m digrofi'o emmi parmo, ch: in velocim mil: maffime vene non giunga mai ad efier tripia deiia veiocité deiie minime (In mtte le mic Sperienze). Sembra adunque poterfi dirittameme cede a1 fangue de' raim pm gmm ba.tante vigor: a penetrate re ne‘rronchi, maigrado 1a contraiiante forza delle loro cor~ renri. inferire che i1 menzionato principio idrauiico quantunque concorra aii' acceleramento dei fangue venofo, pure non ci con- Chi é avvelzo ad offervare ii circoio negli animaii, di leggeri fi accorge effere coteiio il piano, che fuoi tener la corre in tutra quelia efienfione, che efige la diferenza tra i'a- pice angufiiffimo, e la bafe ampliffima dei fuppofio cono venofo. E Peri) é giuoco forza inferire, che mi 'concori‘o iner- Natura. Vede di pill, che ficcome ii fangue venofo prima vato venga da contrario principio. Siccome poi 1e pieghe, ie di paiiare ai tronchi maffimi batte queiie tame {iradicciuoie gradaiamente Pih larghe, che lo portano in fine aiia meta; cosi ii {angue arteriofo d' ordinario non giunge ali' uitime ra- curvature, ie tortuofir‘a, e gli angoii deiie ,Vene non form mificazioni, fe viaggiato non abbia prima per quegii affoilati pumo abiii a raiientare i1 corfo del fangue (Efp. 51. 61. 91. 97. 98. 121. 124. 127. 128. ), quindi dee dirfi, che F 27.10- fubaltemi canaietri, che quanta piii crefcon di numero, tan- to piii divengono efiii. Su ie budelia, e fui mefenterio de' ne derivata dal principio idrauiico fia qui fminuita da. aitra, ncfiri nnimaii ho fingolarmente veduto, ed ammirato fimil benché occulta, cagione. tenore. Non é perb che veduto non abbia parecchie voitc meile venc ia Natura receder da cfio, fenza che rimanga pun- XIV. Eduto ha ii Sic. Halier, che quando una piccoia vena s‘ inferifce in un tronco groffiifimo, 1a corrente di iui ha. tai gagliardia, che afiolutamenre impedifce 1' ingrefio me! Home ai fangue delia piccola vena, quantunque effa non fia deiie piii {otriii. Quindi ci rifletre come la Natura providan meme abbia fatto che le venuzze di un giobetto mai non ii piantino in aitre confiderabilmente maggiori; 6 come eiia ab" ro {concertam i‘ economia del iiquido circoiatore. Imperocché‘ non foio ramufcoii ibtriliffimi venofi s' inferifcono immediatameme d'entro a {ronchi fproporzionatamente piii grofli, ma ii fangue di queiii entra in quefli, rirenendo quella velociré , che aveva dapprima, quaiunque eziandio fia 1' angolo, Che i mmufcoii faccian col tronco (Efp. 64. III. 113. 114. 139.)o La quaie inairerabiie velocitii confiderando i0 meco iiefio piil mire, ho grandemenre fofpetrato, che quella impoi'fibiiité , bia difpoiio, che Ie prime fila venofe s' imbocchino tra low che neii' efempio ailegato dali' Hailer trovava ii fangue deiia piccoia vena ad entrare nel tronco, derivafie dalio fiato mor- per formamei pil‘i piccoii rronchi; e come queiii piccoli tronchi imboccandofi con altri fucceifivameme piii larghi veng.‘ bofo deii' animale. Tenendo dietro di fatto ali' efperienza haiieriana, fi fcorge dagli andamenti irregoiariifimi che aveva ii no a conflituire una bellifiima continuata gradazione, che con- fangue, Che la circolazione era tutta in difordine. M 3 ) WW9. .g,.. 5C" non-{W ' a. a‘; 'M‘h'ukhdtfi-" XV. |